Report Venerdì Positivi: Coppia

Vicinanza nella coppia di innamorati

Ciclo di seminari divulgativi e di informazione sulle tematiche della salute e del benessere psicofisico Spazio interculturale per coniugare relax ed informazione Tenutisi presso l’Associazione “Il mondo in una stanza 2" Di Farnaz Mirzapoor in via degli Alpini 145 - Carsoli (AQ).


Seminario

"COME ERAVAMO??? VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE VARIE FASI DI VITA DELLA COPPIA: DALL’ILLUSIONE ALLA DISILLUSIONE"

 


IL DILEMMA DEL PORCOSPINO: LA GIUSTA DISTANZA NELLE RELAZIONI

  • La vostra relazione di coppia è per voi fonte di nutrimento?
  • Il vostro partner vi sostiene e vi stimola nell’auto-realizzazione della vostra persona?
  • Voi fate altrettanto con lui?
  • Coltivate sufficientemente la vostra individualità al fine di creare un NOI più solido?
  • Come gestite le vostre conflittualità?

Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.

(Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, 1851)



Il testo sopracitato, chiamato il Dilemma del porcospino, è utilizzato come metafora per rappresentare la complessità dei rapporti umani. Secondo questa lettura, esso starebbe a raffigurare la difficile questione della giusta distanza da tenere in una relazione. Ogni persona, infatti, nell’ambito della sua socialità, si ritrova a giostrare tra due bisogni fondamentali: quello di avere legami e quello di conservare la propria individualità. Trovare il giusto equilibrio non è affatto facile e, soprattutto, non è possibile pensare di scoprire una condizione stabile e universalmente valida. L’oscillazione tra vicinanza e distanza tra due persone, intesa proprio come fluttuazione tra i due poli, è un gioco che viene messo in atto ogni giorno. La distanza ottimale in una relazione non può essere prestabilita a priori, in quanto dipende da numerosi fattori sia individuali, sia ambientali, sia situazionali. Riprendendo il testo, gli aculei del porcospino, in particolare, possono essere visti come quelle caratteristiche personali che, in situazioni di eccessiva simbiosi tra due soggetti, possono causare danni e ferite portando, quindi, all’incrinatura o alla rottura del rapporto. Essere punti nella relazione, però, non porta necessariamente alla sua fine. Quando si avverte eccessiva vicinanza all’altra persona è il momento di trovare il modo di dare maggiore spazio alla propria individualità. Allontanarsi troppo, d’altronde, porterebbe il problema opposto, ovvero l’assenza di calore dato dalla socialità stessa. A tal proposito, ricordiamo infatti la piramide di Maslow, il quale classificò il bisogno di amicizia e affettività quale necessario alla completezza umana.

Dopo queste riflessioni, possiamo rileggere il dilemma del porcospino in quanto metafora dello sviluppo e dell’evoluzione di una relazione umana. All’inizio vi è l’innamoramento, caratterizzato da grande vicinanza e dalla predominanza degli aspetti comuni tra le due persone. È la prima parte della storia, in cui i porcospini si avvicinano per sentire calore. A questo primo stato idilliaco segue quello della delusione e della separazione, nel quale i partner iniziano a vedersi più oggettivamente e mettono in atto un processo di differenziazione, che restituisce l’individualità personale. Il rimando è al momento in cui i porcospini si pungono con gli aculei e si distanziano tra loro. Proprio come gli animali della storia accorciano o allungano le distanze a seconda del bisogno di calore o di quello di evitamento del dolore, così la coppia, motivata alla creazione di un rapporto stabile, si sperimenta e cerca il giusto compromesso alle diverse esigenze fino a trovare un equilibrio adeguato, contraddistinto dall’interdipendenza reciproca, che prevede una condizione di legame che mantiene, però, l’unicità singolare. Il che corrisponde alla “moderata distanza reciproca” tra i porcospini.

È importante tenere presente che la relazione è il risultato del legame tra due persone differenti, che insieme danno vita a qualcosa di nuovo rispetto a loro stesse. Proprio come 1+1=2, così un individuo insieme ad un altro individuo, ognuno con le proprie caratteristiche e i propri bisogni, formano un nuovo nucleo contenente entrambi, all’interno del quale, cioè, stanno due personalità collegate tra loro ma allo stesso tempo mantenenti la propria individualità.La giusta distanza, benché difficile da trovare, rappresenta la chiave per avere rapporti positivi.

Nel mezzo delle difficolta ’nascono le opportunità.

(Einstein)


FASI DI VITA DELLA COPPIA

Innamoramento: simbiosi

 

Simbiosi: “TI AMO PERCHE’ HO BISOGNO DI TE”…

Caratterizzata da delirio passionale in cui l’altro viene idealizzato; predominano l’innamoramento e l’attrazione fisica ed emotiva; questo periodo, che generalmente dura un anno o due, si interrompe con la scoperta che l’altro non è ciò che avevamo idealizzato precedentemente. Questa fase del rapporto, definito idillio romantico, si basa sull’attribuzione inconsapevole (proiezione) all’altro della capacità di soddisfare o meno i propri bisogni infantili rimasti inascoltati e i desideri presenti nell’attuale condizione esistenziale: ne deriva la formazione di aspettative, illusioni, speranze, che spesso sono infrante poiché l’innamoramento si fonda un processo proiettivo interno della persona, la quale vede l’altro per quello che le piacerebbe che fosse, e non per quello che è in realtà. In questa prima fase inoltre, del partner si vedono solo le parti positive e gli aspetti che si hanno in comune prendono forma in primo piano, mentre le differenze e i limiti vanno sullo sfondo, per cui il soggetto si illude che l’altro possa soddisfare i propri bisogni mediante le qualità che egli stesso ha messo in primo piano, non considerando l’individuo nella sua interezza.

Delusione-separazione:

differenziazione

 

Differenziazione-Delusione-Separazione: “TI ODIO…”

Questa fase, nella quale vediamo l’altro per ciò che è, si caratterizza per un vissuto di delusione, utile però perché ci permette di incontrare l’altro nella sua unicità e realtà e di essere maggiormente consapevoli della propria e altrui specificità. La fine dell’idillio romantico e l’inizio della coppia consiste essenzialmente nel prendere coscienza che l’altro non sarà mai come noi lo avevamo pensato, e che non potrà mai riempire i vuoti lasciati dai nostri bisogni. In questa fase oltre al vissuto di delusione o di disillusione emerge la sofferenza, la rabbia per aver scoperto la differenza, insofferenza e incompatibilità. Il conflitto legittimo che ne deriva si fonda su un processo di attribuzione che si esprime nei seguenti termini: “Tu mi fai arrabbiare…”; “E’colpa tua se….”, “Se non fosse per te…”. La fase dell’innamoramento si conclude dando spazio a quella della “lotta per il potere” che nasce nel momento stesso in cui uno dei due partner va alla ricerca di una differenziazione dall’altro: “Io e te siamo persone diverse”(questo non implica il fatto che non possiamo continuare a stare insieme); da qui nasce la CRISI. Il conflitto, con cui si manifesta la crisi, e che è una dimensione inevitabile delle relazioni umane, anzi più sono profonde ed intime e più ne è parte integrante e salutare, si collega con la scoperta della diversità….

 

 

Sperimentazione: l’esplorazione

 

In questa fase la coppia è molto in competizione e i partner non riescono a trovare un compromesso. In questa fase è alta la possibilità di tradimenti.

In questa nuova fase predominano vissuti di disincanto e distensione e disillusione ottimale; i partners sentono l’esigenza di esplorare al di là della relazione diadica, e questo comporta continui litigi e messa in discussione degli affetti: è il periodo più critico in cui prevalgono le dimensioni individuali, e quello più a rischio rotture del rapporto.

 

 

Riavvicinamento-Interdipendenza Accettazione

 

Riavvicinamento-Interdipendenza: “HO BISOGNO DI TE PERCHE’ Ti AMO”; in questa fase, a cui si arriva dopo aver superato ed elaborato la precedente, si rinegozia il contratto relazionale. Il vissuto prevalente è l’accettazione dell’altro per quello che è; non esiste più il bisogno di avere un partner ideale, ma ci si confronta con il reale. La posizione di maggiore libertà permette l’individualizzazione e il movimento verso i propri desideri, ma anche verso l’intimità del partner: si è in grado di chiedere e di ascoltare, di dare e di ricevere; ciascuno si riappropria della propria indipendenza, ma c’è anche la voglia di incontrare l’altro nella sua imperfezione. In questa fase il legame si rafforza e si basa su una scelta matura non più fondata sulla “scelta dell’altro”, bensì sulla scelta della “relazione con l’altro”; alla base di una scelta matura, infatti, c’è ciò che si ritiene di ricavare e di scambiare in una relazione e non le caratteristiche del partner in quanto tali. Si torna insieme in un rapporto indipendente dove TI AMO significa: “Sono disposto a lasciarti essere come sei e a venirti incontro per quanto mi è possibile”

 



Schema sulla possibilità di essere uniti e liberi nella coppia
Giusti, Pitrone, 2004

Le difficoltà tra i partner fanno parte dell’evoluzione della vita della coppia. Ma quando queste difficoltà sono così “gravi” da richiedere un intervento psicoterapia? Innanzi tutto bisogna sottolineare un fatto, forse banale per i più, ma di importanza fondamentale: il paziente della terapia di coppia è la coppia, non i singoli partner. In terapia di coppia si lavora affinché i partner imparino a relazionarsi in modo armonico e amorevole, a prescindere dalle difficoltà personali delle persone prese come singole (difficoltà che potrebbero essere affrontate in una terapia individuale). È la coppia che si mira a far funzionare in una terapia di coppia. Se la coppia sarà più armoniosa, naturalmente il risultato sarà anche che le persone staranno meglio, ma questo nella terapia di coppia è visto come un effetto conseguente, non come l’obiettivo dichiarato della psicoterapia.


I sintomi

Quali sono i segni che la coppia funziona in modo disarmonico? Cosa osserviamo in una coppia che ha bisogno di una terapia di coppia? Per discutere dei “sintomi” di una coppia disfunzionale, mi voglio avvalere delle idee di John Gottman, il famoso psicologo americano considerato un’autorità nel campo della psicoterapia di coppia. Gottmann, che tra l’altro è l'autore dell’utilissimo best-seller “Intelligenza emotiva per la coppia”, ha identificato quattro comportamenti che rappresentano le avvisaglie di una probabile rottura della coppia. Sono quattro comportamenti così distruttivi, che con molta probabilità porteranno la coppia – sposata o non sposata – alla rottura. Gottman li chiama i “Quattro Cavalieri dell’Apocalisse”.

1. Criticare distruttivamente

Nelle coppie destinate a lasciarsi, le differenze tra i partner non vengono accettate. I vissuti tipici e le frasi caratteristiche dei partner di una coppia in cui è forte la critica sono: “Non mi sento accettato/a per quello che sono”, “Vengo sempre criticato/a”, “Mai una volta che mi venga detto che ho fatto una cosa bene”, “Qualsiasi cosa io faccia, verrò sicuramente biasimato/a”. In una situazione del genere, la coppia diviene un luogo faticoso e i partner, anche non volendolo, si allontanano progressivamente l’uno dall’altro. Il problema non sta nel discutere. Tutte le coppie lo fanno. Il problema non sta neanche nell’arrabbiarsi. Anche questo avviene in tutte le coppie e nelle persone. Esempi di critica all’essenza della persona sono: “Tu sei sbaglato/a”, “Le persone che la pensano o si comportano così (come te) sono sbagliate”. In questo modo il focus è sull’essenza della persona e non su ciò che fa. “Tu fai sempre …”, “Tu non fai mai …”, “Tu dici sempre …”, “Tu non dici mai …”. Non è possibile che la persona si comporti “sempre” in un dato modo. L’esagerazione tende a spostare la critica dal fatto specifico all’essenza della persona. Critiche implicite alla persona: “Le persone OK fanno così (tu che ti comporti diversamente non sei OK)”. Più costruttivo è invece criticare lo specifico comportamento della persona, piuttosto che la persona.

Se vuoi essere felice nella tua coppia, evita accuratamente ogni forma di disprezzo verso l’altro

2. Disprezzare

Essere in una relazione di coppia non è sempre un’esperienza “rose e fiori”. A volte si sperimentano emozioni negative anche molto intense di paura, rabbia, e perfino di odio. Anche se la parte adulta e razionale di noi ci dice che l’amore di coppia non potrà mai essere di natura incondizionata, a volte la nostra emotività va in un’altra direzione e ci sentiamo delusi e arrabbiati perché – proprio come un bambino – non ci sentiamo amati come vorremmo. Tutto ciò è normale e capita in tutte le coppie.  Talvolta però i partner reagiscono a queste intense emozioni negative con forti reazioni di disprezzo, insultando l’altro o attaccandolo allo scopo di ridurne il senso di autostima. Si cerca di umiliare l’altro, inconsciamente (nessuno vuole coscientemente danneggiare e fare del male al proprio partner). Tuttavia Gottman ha osservato che nelle coppie dirette verso la rottura, la tendenza a reagire col disprezzo e con l’intensa ostilità rappresenta la norma. Al contrario, le coppie (più o meno) armoniose tendono a cascare solo raramente o mai nelle reazioni di disprezzo: di solito hanno una comunicazione che tende a sostenere e a valorizzare l’altro. Il disprezzo si manifesta verbalmente e non verbalmente con il tono della voce, con lo sguardo, con la postura e con i gesti. Il sarcasmo, il cinismo, l’alzare gli occhi al cielo, gli insulti sono tutte manifestazioni di disprezzo. Il disprezzo comunica che si prova disgusto nei confronti dell’altra persona.

Se vuoi essere felice nella tua coppia, evita accuratamente ogni forma di disprezzo verso l’altro.


3. Stare sulla difensiva

Si sta sulla difensiva quando ci si sente criticati e disprezzati e, di conseguenza, si cercano giustificazioni per i propri (supposti) errori o si cerca di dimostrare all’altro che non si merita il trattamento subito. Gottman ha osservato che le unioni che con maggiore probabilità termineranno, sono caratterizzate da un atteggiamento fortemente difensivo. In queste coppie i partner passano molto tempo a giustificarsi e a tentare di dimostrare che le critiche dell’altro sono ingiustificate. Purtroppo le ricerche hanno mostrato che questo atteggiamento di auto-giustificazione molto raramente sortisce l’effetto voluto di far cambiare idea all’altro. Quello che avviene in realtà è che ciascun partner diviene “un’isola”, smette di ascoltare l’altro e si focalizza soltanto sulle proprie giustificazioni e sul proprio punto di vista; tutto ciò porta a una fine delle comunicazioni. Le conseguenze emotive dell’atteggiamento difensivo sono che ciascun partner si sentirà incompreso e, in definitiva, sempre più solo.

Se vuoi essere felice nella tua coppia, evita l’atteggiamento difensivo.


4. Fare ostruzionismo

Fare ostruzionismo significa chiudersi in sé e interrompere ogni comunicazione con l’altro. Di solito avviene che un partner cerca di parlare e l’altro smette di comunicare, non fornendo più segnali di voler capire o di voler ascoltare. Insomma un partner comunica e l’altro lo ignora. Questo atteggiamento è più comune tra gli uomini che tra le donne. Spesso l’ostruzionismo è l’atteggiamento che un partner assume, quando si sente impotente e esasperato dopo un lungo periodo di liti contraddistinte da critiche, disprezzo e atteggiamenti difensivi. Il partner che fa ostruzionismo si dice qualcosa come: “piuttosto che continuare la guerra, mi chiudo in me stesso e interrompo questa comunicazione distruttiva che non porta a nulla”.
Alcuni possono pensare che ignorare il proprio partner sia un modo di ridurre il conflitto e magari – col tempo – di ritrovare la pace. In realtà, l’assenza di risposta è come togliere l’ossigeno all’altro. Le ricerche hanno mostrato infatti che l’assenza di risposta stimola nell’altro un senso di pericolo maggiore anche di un attacco o di una critica diretta. Per questo motivo all’interno di molte coppie si cerca attivamente la “punzecchiatura” o la lite, pensando in modo inconsapevole: “se l’altro si arrabbierà, per lo meno avrò la certezza di esistere per lui/lei”. Come si dice: meglio che niente. Così, quando un partner ignora l’altro, è possibile che il secondo possa arrivare a sentire di non esistere, di non valere, di non essere amabile. Questo perché il cervello emotivo interpreta l’essere ignorato come un segnale di pericolo. “Senza il suo supporto, nessuno si occuperà di me e della mia esistenza”, dice il cervello emotivo. In certi partner che hanno avuto una storia di vita caratterizzata da genitori assenti o trascuranti, l’essere ignorati dal proprio partner può indurre intensissime risposte di paura. E di rabbia altrettanto intensa. Gottman ha osservato che le coppie dove uno o entrambi i partner si chiudono in se stessi e smettono di comunicare vicendevolmente, sono le coppie che con maggiore probabilità finiranno. Come sanno i terapeuti di coppia, è più facile ristabilire l’armonia di coppia tra due partner che litigano spesso, piuttosto che tra due partner che hanno interrotto la propria comunicazione emotiva. E chiaramente, da più tempo tale interruzione ha luogo, e maggiori sono le difficoltà per la coppia di “guarire”.

Se vuoi essere felice nella tua coppia, non gettare la spugna, ma continua a comunicare, anche quando è più faticoso.

 

Quando la coppia ha bisogno di cominciare una terapia?

Va da sé, che se si vuole costruire una coppia sana e soddisfacente, questi quattro comportamenti debbono essere fermati, o per lo meno limitati, a tutti i costi. Se riconoscete che i comportamenti distruttivi sopra descritti fanno parte della vostra relazione di coppia, potreste avere il desiderio di cambiare le cose. Ma come discriminare quando c’è bisogno di un aiuto da parte di terapeuta di coppia? Bisogna considerare la frequenza con cui i quattro comportamenti disfunzionali si presentano. Se le critiche, il disprezzo, gli atteggiamenti difensivi e l’ostruzionismo sono saltuari, è il segno che i partner hanno in sé le risorse per far fronte ai problemi di coppia e che talvolta “scivolano” in comportamenti distruttivi per poi rendersene conto (in modo esplicito o implicito) e scegliere di fare qualcosa di diverso. Se invece i “Quattro Cavalieri dell’Apocalisse” sono presenti la maggior parte del tempo e i partner non riescono a trovare altre modalità più costruttive di stare insieme allora bisogna prendere atto della situazione di stallo in cui la coppia si trova. In caso di stallo occorre intervenire. La ricerca ha mostrato che le problematiche di coppia non si risolvono da sé: i partner devono farci qualcosa. Devono sollevare il problema e affrontarlo. Devono cambiare in qualche misura loro stessi. Non vi è quella che i medici chiamano la “remissione spontanea”. Questo naturalmente può essere fatto in molti modi diversi, non esiste unicamente il percorso della terapia di coppia. Vi sono libri di auto-aiuto, percorsi religiosi, il confronto con gli amici e i parenti, etc.

Specificità della terapia di coppia

La terapia di coppia è uno strumento molto efficace, mirato e altamente specifico. In terapia di coppia i partner hanno la possibilità di contattare le proprie autentiche emozioni e i propri profondi bisogni affettivi (spesso frustrati). Ciò viene facilitato dal fatto di trovarsi in un ambiente riservato e protetto e di essere assistiti da uno psicoterapeuta formalmente preparato a questo scopo. Durante il percorso psicoterapeutico i partner si accorgono gradualmente che i comportamenti distruttivi sopra descritti sono il risultato di emozioni e di bisogni non riconosciuti né soddisfatti. I partner si rendono conto di non essere mai riusciti ad esprimere ciò che profondamente interessava loro. Ed hanno la possibilità, se davvero lo desiderano e sono pronti ad impegnarsi, di apprendere nuove modalità di comunicare e di prendersi cura dei bisogni emotivi di entrambi.

Come eravamo - fasi vita coppia - 24-3-2017-dr.ssa Mazzei Mariachiara

A cura della dr.ssa Mariachiara Mazzei
Psicologa-Counselor-Ph.d
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Cell: 329-1310010

BIBLIOGRAFIA

  • Maslow A. H. Motivazione e personalità. Armando Editore, Roma, 2010.
  • Giusti E., Bianchi E. Evolvere rimanendo insieme. Ricerche per consolidare l’amore e recuperare l’intimità. Edizioni Sovera, Roma, 2016.
  • Giusti, Pitrone, 2004, A. Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa. Edizioni Sovera, Roma 2004.
  • Gottman J. Intelligenza emotiva per la coppia. Bur Rizzoli, 2013.
  • Johnson S. Creare relazioni. Manuale di terapia di coppia focalizzata sulle emozioni. Istituto di Scienze Cognitive Editore, Sassari 2004.
  • Schopenhauer A. Parerga e paralipomena. Adelphi, Milano, 1981.